
È finita la mia intensa giornata di lavoro.
Sono sfinita.
Forse è capitato anche a te: a volte mi sento come un imbuto, tanta roba che deve passare da una piccola apertura.
L’agitazione sale, la stanchezza pure.
Mi siedo un attimo, provo a calmare tutta questa agitazione e rifletto.
Di cosa è fatta quella tanta roba? Apparentemente è fatta di doveri, problemi, fatiche… Ma se guardo davvero alle cose scopro che quel troppo pieno e fatto di pensieri sui doveri, pensieri sui problemi, pensieri sulle fatiche.
Perché non sono le cose in sé a riempire il mio imbuto ma il pensiero di pesantezza con cui guardo quelle cose…
Già! Banale? Forse.
E se fosse semplicemente, semplice?
Torniamo alla mia giornata.
Sono sfinita se penso alla fatica, alle responsabilità, alla sofferenza delle persone che incontro nel mio lavoro (a proposito, faccio la psicoterapeuta).
Ma se mi soffermo sulla gioia che provo nell’ascoltare le vite degli altri, se penso alle possibilità che vedo nelle sofferenze che attraversano, se osservo le risorse che mettono in campo mentre combattono le loro battaglie, beh allora posso iniziare ad intravvedere che c’è qualcosa di più interessante per me, qualcosa che posso fare senza dovere sempre accollarmi il peso di tutto.
Ma procediamo passo per passo, a mano a mano che la mia comprensione si fa più lucida. Torniamo di nuovo al mio martedì.
Cosa mi ha davvero sfinito?
Mi ha sfinito pensare che forse potevo essere più di aiuto a quella donna che combatte da anni contro le sue fobie; che non ho fatto abbastanza per quel giovane depresso; che non ho prestato sufficiente attenzione a quella coppia in difficoltà…
E potrei andare avanti per ore. Riesci a vedere il filo rosso in tutti questi pensieri che affollano la mia mente? Esatto! Sono i miei pensieri abituali (“non è abbastanza, posso fare di più”).
Sono quelli i responsabili della mia sofferenza e non la sofferenza delle persone che incontro.

Questo cosa cambia DAVVERO per me? Direi tutto. Inizio a pensare che la sofferenza non è là fuori nel mondo ma proviene da ciò che io penso in quel momento del mondo.
Aspetta un attimo.
Ripeto:
Non sono le sofferenze degli altri, le parole degli altri, ciò che accade nel mondo che mi fa soffrire, ma ciò che io penso di quello che sta accadendo.
Ti suona? Prova a pensare un attimo anche alla tua di vita.
Respiro un attimo. Respira un attimo.
Mi do il tempo di stare anche solo per un secondo in uno spazio nuovo, in una nuova comprensione. Sento più leggerezza e mi sento meno responsabile di quello che accade agli altri.
Respiro. Di nuovo.
Questa leggerezza porta con sé anche la comprensione di cosa faccio DAVVERO davanti alle persone che mi chiedono aiuto: sono lì per guardare oltre il loro pensiero abituale, oltre quello che pensano su se stessi e sul mondo, oltre quello che anche altri hanno pensato di loro. Noi siamo molto più di quei pensieri, quei pensieri sono SOLO l’interpretazione nella nostra mente delle esperienze della nostra vita.
L’interpretazione di quel momento. Che noi abbiamo sentito vera in quel momento. Ed è stato quel sentito che ha reso quell’interpretazione vera. Senza appello. Punto.
Ma cosa significa che noi siamo più di questi pensieri? Significa che quei pensieri ci parlano di ieri, ci parlano di credenze, valori, idee (pensieri comunque) su di noi, ci parlano di interpretazioni abituali, frequenti, a volte anche comode (perché a portata di mano). Ma noi abbiamo a disposizione infiniti pensieri su di noi e sul mondo e se per un attimo ci diamo la possibilità di ascoltare, lo possiamo subito verificare.
Un esempio?
Quante volte abbiamo cambiato idea sulle cose e sulle persone? Sulla politica, sul cibo, sui colori preferiti, persino sui nostri genitori o sui nostri figli… quante volte ci capita di pensare cose diverse – a proposito della stessa situazione – in diversi momenti.
Vero?
La nostra essenza è molto più di quei pensieri: è la sorgente di vita in cui siamo immersi, è quella saggezza e lucidità che sempre ci accompagna ma che spesso viene “coperta” da quella manciata di pensieri (ed emozioni che seguono) che riempiono la nostra testa.
Torniamo di nuovo al mio (al tuo) imbuto. E al mio (al tuo) martedì.
Ora vedo qualcosa che prima non vedevo: vedo lo struggimento delle persone e vedo che, se non “servo”, per un attimo, i miei pensieri abituali e i pensieri abituali di chi ho di fronte, posso “servire” qualcosa di più grande: la saggezza, che ognuno di noi ha a disposizione. Sì certo, ognuno di noi.
Non importa quanto male tu stia, quanto dolore ci sia nella tua vita, quanto nell’imbuto ti possa sentire. Quella saggezza, quella sorgente è sempre lì, è sempre stata lì.

È quella voce che ti dice di chiudere la bocca quando litighi con tua suocera.
È quella sensazione leggera ma persistente che ti dice che hai lasciato a casa qualche cosa di importante.
È quella speranza che ti fa andare avanti nonostante le fatiche della tua vita.
È LA VITA. È lì, sempre. A mia, a tua, a nostra disposizione. E allora il mio compito è quello di ricordarmelo.
È finita la mia intensa giornata di lavoro.
Sono stanca.
Naturalmente stanca.
Ma non sfinita.
Sono viva.
Ti va di raccontarmi come è fatto il tuo imbuto personale?
Cosa ti fa sentire bloccato e frustrato?
Quali sono i pensieri che abitualmente ti affaticano?
Volentieri leggerò e risponderò…
Grazie per aver reso chiaro un sentire molto complicato, anzi spesso “aggrovigliato “ .
Ciao Rosita!
Noi esseri umani viviamo di emozioni e sensazioni, continuamente… siamo immersi nelle emozioni…E le emozioni sono molto reali! Ciò che non è così “reale” è ciò che stimola le nostre emozioni: il pensiero.
Eh sì, perché ciò che stimola le nostre emozioni non è ciò che accade davvero nel mondo ma ciò che noi pensiamo sul mondo… Questa nella mia vita è stata una vera e propria rivoluzione.
Quindi, ogni volta che mi sento “aggrovigliata” provo a vedere da dove viene quest’emozione così dolorosa e complessa… E sempre di più riesco a scorgere il solito pensiero! Ed allora si aprono davanti a me più possibilità di azione e reazione e non sempre la stessa!
Grazie per avere condiviso il tuo imbuto con noi…
A presto
Grazie Simona, ti ho conosciuto all’ultimo congresso, tu per me sei fresca come l’acqua.
Ciao Monica!
Sai cosa? Non ho mai pensato a me stessa come una persona “fresca come l’acqua”… in generale io mi percepisco come una persona pesante e rigida! Interessante vero?
Ancora più interessante se torniamo a ciò di cui scrivevo nell’articolo:
sentiamo solo ciò che pensiamo in quel momento…
In effetti quando io mi penso pesante, la mia sensazione si fa più cupa e nera; ma nel momento in cui penso a me come dell’acqua fresca allora subito una nuova leggerezza e freschezza mi pervade.
Grazie per avermi dato lo spunto per questa riflessione (sicuramente utile anche a qualcun altro).
A presto
Il pensiero più abituale nei miei confronti :”non sono meritevole di…” con una sensazione di spavento!!! Invece nei confronti di mia figlia “se non mi preoccupo non le voglio bene..”
Vedo… E non riesco a fare altro…
A volte mi riesce di essere un po’ più gentile con me stessa, a volte seguo l’onda dei miei pensieri insicuri e mi sento confortevole perché anche se non sono funzionali sono abituali e conosciuti. Cosa serve tutta questa consapevolezza se poi non faccio niente di diverso?
Molto bella e chiara questa visione, in questo mio sabato di pensieri aggrovigliati leggerti mi restituisce la Grazia della leggerezza, che in questo periodo (ho da poco perso mi Padre) è una vera benedizione. Grazie Simona, per avermi ricordato con raffinata gentilezza, che la nostra felicità è a un solo pensiero di distanza. Un forte abbraccio. Alessandra
Ciao Alessandra!
Il tuo messaggio mi ha Riportato alla mente ciò che accade all’interno di un ciclone tropicale: C’è una regione proprio al centro del ciclone (l’occhio del ciclone) in cui tutto è calmo, nonostante intorno ci sia il caos più completo… Noi esseri umani sperimentiamo una situazione simile: possiamo essere nel mezzo di una tempesta ( Lutti, separazioni, perdita di lavoro, ecc) e contemporaneamente sentire calma e lucidità dentro di noi, anche solo per qualche momento… ed è da quello spazio che spesso abbiamo meravigliose intuizioni sulla nostra vita…
Grazie della tua condivisione Alessandra,
Un abbraccio anche a te
Ciao Barbara!
grazie per essere stata così generosa nel farci partecipi dei tuoi imbuti.
È proprio come dici tu: possiamo essere consapevoli che le nostre emozioni derivano da quel pensiero ma poi non riuscire a lasciar andare quel pensiero!
E allora a cosa serve questa nuova comprensione?
Questa comprensione ci dà la possibilità di vedere come funziona la nostra esperienza della sofferenza (ma anche della gioia).
E una volta che abbiamo compreso che quella sofferenza (o quella gioia) non viene da qualcosa di reale ma da quello che noi ci aspettiamo da noi e quindi pensiamo di noi (per esempio quanto tu sia perfetta o adeguata come persona o come madre), questo ci apre alla possibilità di sperimentare nuovi pensieri su di noi e sulla nostra vita. Chissà quante volte non ti sei preoccupata per tua figlia e ti sei sentita bene lo stesso… Chissà quante volte non hai fatto tutto alla perfezione ma è andata bene così… Chissà quante volte hai fatto tutto bene ma ti sei ugualmente sentita inadeguata… Chissà quante volte ti sei preoccupata ma questo non ti ha fatto sentire una buona madre…
Immagino tante!
Ed è da lì che puoi partire Barbara…
E ricordati che quando un pensiero pesante su di noi ci sta attraversando la mente (e noi lo stiamo credendo vero), la cosa migliore da fare è non rimuginarci troppo… in quel momento non siamo affatto pronti ad aprirci ad un nuovo pensiero…
È umano, sei umana, siamo umani, semplicemente…
A presto
Grazie Simona! Questo mi fa sentire come sulle sabbie mobili.. Però.. Mi viene in mente una metafora col corpo:ad ogni passo noi per un istante perdiamo l’equilibrio per poi ritrovarlo, se non fosse così non potremmo andare avanti.. E allora anche nella vita aprirsi ad un nuovo pensiero è come perdere per un momento l’equilibrio per poi ritrovarlo. Fidarsi e affidarsi alla vita, sintonizzandosi con un’altra frequenza.
Proprio così Barbara!
A presto
Buongiorno! Ho molti pensieri abituali che mi affollano tutt’oggi (la sensazione di inadeguatezza, non riuscire a esprimere un pensiero in modo adeguato per non essere fraintesa…ecc…) e questo genera in me ansia, nervosismo, agitazione e scarsissima stima in me stessa ma, quando mi sento nell’imbuto (non sempre ci riesco lo ammetto) provo a frernare il vortice a rallentare a cercare di ”vedere in faccia” cosa mi sta facendo soffrire cerco di separe i problemi e provo ad allontanare questa sensazione. In gruppo i problemi spaventano…ma presi separati siamo più lucidi per cercare una soluzione o per lo meno un modo per conviverci!
Ciao Imma!
Mi piace quando dici “vedere in faccia i pensieri”… Quello è proprio il momento in cui riconosci il luogo da cui trae origine la tua sofferenza: un luogo fatto di illusioni e abitudini, di se e ma…
E quando dici che “separi i problemi”, stai semplicemente vedendo che quelle illusioni non sono verità… E sai cosa ti dico? Non credo nemmeno che serva fare tanto sforzo per allontanare alcune sensazioni, capire il perché, sforzarsi di non pensare … Quando vedi che quella sofferenza viene da una sorgente di illusione, allora puoi cominciare a sentire ciò che invece è vero davvero: la vita!
A presto Imma e grazie della tua condivisione!
Ciaoooo…da ieri ho un “pensiero negativo” che mi frulla in testa e mi frulla la testa…poi ho letto e riletto quanto da Te scritto ed ecco che, quel pensiero, l ho riconosciuto, l ho osservato e gli ho potuto dare un nome…ho potuto chiamarlo per ciò che è. …un vecchio pensiero abituale….strutturatosi nel tempo a causa di…di ciò che ho creduto vero in quel previso momento della mia infanzia e…proprio ORA quell istante, quell esperienza …sono presenti nel mio campo di coscienza e mi dico che ” a quel tempo non ho potuto fare diversamente per sopravvivere…anzi quel pensiero mi ha addirittura fatto compagnia….ma oggi….gli do ancora cosi tanta importanza? Gli credo ancora? E poi….poi….mi interpella la ” SAGGEZZA” ….inascoltata ma ” Naturale”….mi ricoda la quiete che sento tra i boschi: non è più percepibile quando il forte vento o il temporale ne impediscono l ascolto….però “ESSA”.. C’E’….”Naturalmente”….è parte essenziale della “Naturalita’” del creato. Simona…quanti “vecchi pensieri abituali” mi hanno attraversata nello scrivere (sei ridicola, esagerata, ritirati, non ti esporre) …ma li vedo , li riconosco e non mi sono lasciata bloccare….”in QUESTO momento….ho scelto di VIVERMI.
Grazie Simona….ANCHE… per questa “infinita possibilità esperienziale” e di “consapevolezza”
Giusy …19/01/2020 …⏳18.31
Ciao Giusy!
Grazie per questa tua intima condivisione.
Vivere è proprio la nostra missione su questa terra! Vivere qualsiasi emozione arrivi e poi lasciarla andare. E se vedo con più chiarezza che quella sensazione dipende da ciò che penso (di vecchio o di nuovo che sia), allora sarà sempre più semplice farlo…
Che leggerezza che sento nelle tue parole, quanta Vita!!
Un abbraccio e a presto
Si Simona….lasciar andare l’ eccesiva intensità di “quella” emozione o “quelle” emozioni per sganciare il passato….e per poter VIVERE nel presente le innate emozioni con la loro normale intensità. …senza emozioni non è possibile vivere……e….se prima di sentire l emozione è stato fatto un pensiero …. mi farò sempre più attenta… che……”Leggerezza”……
Semplicemente….Grazie Simona….
Giusy
Ciao Giusy, comprendere come funzioniamo ci aiuta a vivere con più fluidità e più libertà nella Vita: quando vediamo da cosa dipendono le nostre emozioni, possiamo scegliere…
a presto