Mi chiamo Sonia, ho 35 anni, lavoro da più di 5 anni nell’HR di una grande azienda e ho recentemente iniziato a guardare nella direzione dei 3 Principi, che attraverso la mente, il pensiero e l’esperienza, aiutano nella comprensione di come funzioniamo noi esseri umani. Sto frequentando una scuola per Coach con l’obbiettivo personale di godere di ogni momento della mia vita, affrontando ogni giorno con minor fatica, e, se possibile trasmettendo tutto questo agli altri.
Oggi farò con te un piccolo viaggio. Ti porterò in una serie di situazioni che mi hanno permesso di riflettere sui temi “insicurezza” e “comportamenti poco producenti”.

Prima situazione: il comportamento poco producente della mia amica
Una cara amica, nei confronti della quale sento di aver riservato grande attenzione e sensibilità, a mio parere ha commesso un torto nei miei confronti. Ha omesso di parlarmi di qualcosa di importante, che riguarda lei, certo, ma indirettamente impatta anche su di me. Mi sento sminuita, non percepisco la cura nei miei confronti che mi aspetto da lei. Sono molto risentita.
I miei pensieri sono decisamente agitati, provo delle sensazioni di malessere. Sono certa di aver ragione e di esser stata maltrattata. Questo mi fa sentire oppressa. Resto incastrata nelle mie convinzioni, consumo energie, mi sento stanca…. Sto vivendo una situazione estremamente spiacevole.

Seconda situazione: l’insicurezza nelle atlete
Negli stessi giorni partecipo, per la prima volta nella mia vita, ad una esibizione di pattinaggio artistico su rotelle. Settanta atleti di varie età e categorie si esibiscono in coreografie, danze e acrobazie che sfidano la forza centrifuga e di gravità.
Quel che noto è una parabola frequente nella qualità dell’esibizione. Dopo un inizio pregno di emozione ed espressività, le atlete affrontano i primi salti, le prime evoluzioni, e con essi le prime cadute.
Ai miei occhi di spettatrice è incredibile l’abilità sviluppata da queste atlete, sono ammirata e senza fiato. Per me una loro caduta è naturale, viste le coreografie ardite che stanno realizzando, e la accolgo con un grande applauso di incoraggiamento.
Ma per le ragazze non è affatto così. Nei durissimi allenamenti, quei salti sono stati provati con successo centinaia di volte e l’errore durante l’esibizione non è proprio contemplato.
Nei 120 secondi di esibizione è tangibile la trasformazione dell’emozione e della grazia iniziali, in una crescente frustrazione, che fa aumentare il numero degli errori e si trasforma in angoscia. I volti si contraggono, in alcuni casi la sensazione che percepisco è che l’atleta stessa non ne può proprio più e non vede l’ora di finire quel dannato numero.
Immagino i loro pensieri, sempre più agitati, confusi, sento il loro fiato accorciarsi e posso percepire le emozioni negative che stanno provando. Sono incredula perché invece i miei pensieri sono totalmente diversi… Provo totale ammirazione nei loro confronti. Se solo potessero cogliere la mia meraviglia, se solo sentissero i miei pensieri….
Leggendo “Il manuale delle relazioni” di George Pransky mi imbatto in questa frase: “Ogni volta che le persone manifestano un comportamento controproducente, potete stare sicuri che sono in uno stato mentale insicuro”.
Ora mi è chiaro! Le atlete iniziano con dei pensieri fiduciosi che consentono loro di trasmettere grazia ed eleganza. Sono guidate dalle loro emozioni positive e dalla loro saggezza. Al primo errore iniziano a sperimentare pensieri insicuri, sulle proprie qualità atletiche e sulla propria bravura, l’autostima crolla e l’insicurezza aumenta. È allora che perdono il contatto con la loro saggezza, sommerse da pensieri di rabbia, frustrazione, senso di colpa, e gli errori iniziano ad accumularsi distorcendo la performance.
Potrebbe quindi essere l’insicurezza il motore del comportamento controproducente che ha manifestato la mia amica?

Situazione tre: io insicura, in un nuovo lavoro
Allora mi viene in mente una situazione lavorativa in cui mi sono trovata parecchi anni addietro. Da poco svolgevo una nuova mansione, oltre a mancarmi l’esperienza non percepivo stima nei miei confronti da parte di una delle mie colleghe. Ero terrorizzata di sbagliare e mi sentivo molto insicura. Pur impegnandomi moltissimo risultavo artificiosa e la mia performance non brillava. Un giorno una persona a me vicina mi ha fatto notare come io riuscissi a rendere molto meglio quando quella collega era assente. Me ne ero resa conto anche io, ma non sapevo capirne le ragioni.
A distanza di anni le parole di Pransky mi hanno chiarito le dinamiche di quel periodo lontano, facendo contestualmente luce anche sul presente.
(E) Pransky continua così: “Se (le persone) si sentissero più sicure, avrebbero la saggezza per evitare quei comportamenti. Quando percepiamo i comportamenti controproducenti degli altri, la nostra risposta è di risentimento o compassione. Proviamo risentimento se ci focalizziamo sul comportamento e su come ci coinvolge. Proviamo compassione se guardiamo al di là del comportamento (…) il nostro cuore va alla persona”.
Eccomi! Io sono proprio lì, nel risentimento verso la mia amica! Concentrata su di me e sulle mancanze che ritengo di aver subito. Fino ad ora non ho visto che probabilmente dietro a tutto questo, c’è il pensiero agitato di una persona che non vuole incrinare la relazione costruita con me, che è insicura su come gestire la situazione e ha quindi perso il contatto con la sua saggezza.
Come è successo alle meravigliose atlete….
Come in passato è successo molte volte anche a me….
Se la mia amica fosse meno insicura, probabilmente non metterebbe in atto dei comportamenti tanto controproducenti.
Quanta fatica sto provando in questi giorni. Quanto malessere sperimento stando nel mio risentimento.
C’è un’altra opzione: la compassione. Il mio cuore va alla mia amica…
Questa è la magia portata nella mia vita da una maggiore comprensione di come funzioniamo. Guardare nella direzione dei Tre Principi è sollevarmi dalla fatica di cui i miei pensieri talvolta mi caricano.
Silvia, post che calza a pennello in questa giornata dove la compassione è stata molto lontana dai miei pensieri…bene grazie per avermela fatta vedere, vado a dormire più leggera!
Ciao Mara, ne sono molto felice. Spero quindi che un nuovo pensiero possa far capolino alla prossima occasione!
Sonia
Carissima Sonia!!! Quanto ritrovo la tua essenza in questo meraviglioso viaggio che ci hai fatto fare. E quanto ritrovo me stessa: nella fatica del risentimento e nella magia della compassione (patire con) che riporta il focus verso l’altro, in una dimensione più ampia, finalmente fuori dall’onnipresente IO!! GRAZIE! Farò tesoro della tua saggezza! Stop alla fatica! Evviva la Vita!
Evviva la vita Giuliana! Ti abbraccio!
Sonia
Questo articolo mi ha ispirato un nuovo modo di vedere le cose: partire dal comportamento e non dal pensiero. Un comportamento controproducente, che non ci fa stare bene e´dato da un pensiero confuso. E da lí muoverci verso lo stare bene, senza troppo pensare. Grazie!
Già Anna! Un nuovo modo di vedere le cose davvero funzionale! Spero possa esserti di aiuto, e se così sarà, se ti fa piacere, raccontacelo! A presto, Sonia
Grazie tante Sonia!
Un abbraccio Veronica!
“Godere di ogni momento della mia vita”. E’ alla base dell’amore per sé stessi. E conseguentemente dell’amore per gli altri. E’ attivare tutti i canali possibili per lasciarsi attraversare dalle emozioni. Per accoglierle, di qualunque natura siano, e lasciarsi trasformare dalla loro potenza. Saperlo fare ogni giorno e’ un dono. Provarci ogni giorno con fiducia e’ un bellissimo viaggio. Grazie Sonia per le tue riflessioni. E per il tratto di viaggio che facciamo insieme.
Grazie Paola, con tutto il cuore
Sonia complimenti per il bellissimo articolo, sei stata meravigliosa nel mettere luce su una parte spesso lasciata al buio, la compassione, da non confondere con la “pena” e lo hai fatto con una chiarezza ed una semplicità stupende!
Ne sono molto felice Maria Romana, è esattamente quanto volevo far arrivare. Grazie
Ciao Sonia ho letto ora il tuo articolo ed è stato stupendo vedere tutto questo,perché per quanto io sia nella comprensione dei 3Principi mi succede di non vedere che è pensiero,e il tuo articolo mi ha aiutata ad aprire gli occhi su alcune cose…grazie sei fantastica
Grazie Sabrina. Sono molto onorata se questo articolo ti ha permesso di vedere un qualcosina in più. Un abbraccio, Sonia