Ho pensato e ripensato all’argomento di questo post, ma non avevo idea di come farlo. Penserai che nei miei post parlo spesso di argomenti tristi e toccanti, ma credo che la vita ci porti a fare i conti con momenti di estrema gioia e anche con quelli meno piacevoli.
Bando ai convenevoli, ora ti racconto quello cosa è successo, dal principio.
Ivan ed io siamo cresciuti insieme. La mia famiglia possedeva un negozio di vendita e riparazione di cicli e motocicli, nella cittadina in provincia di Milano dove vivo, e Ivan che adora i motori era spesso in officina dai miei. Così mio padre e i miei fratelli lo hanno preso a cuore perché lui ha perso il papà quando era solo un bimbo: così è diventato per tutti noi un fratello minore.
E’ un ragazzo allegro, sempre sorridente, il giullare della comitiva. Uno di quelli che a vederli, potrebbero trarre in inganno. Perché se non conosci la sua storia, potresti pensare che per lui la vita fino a questo momento è stata facile. Beh ci si sbaglia, spesso, quando si guarda il risultato finale.
Verso l’estate del 2019 Ivan ha iniziato a sentirsi poco bene, piccoli disturbi qua e la che a volte lo costringevano a casa. I medici dicevano che aveva delle infiammazioni e che doveva stare tranquillo e a riposo, del resto è giovane, ha solo 30 anni. Arriviamo così, un anno dopo, all’estate del 2020 dove, dopo una forte colica renale, finalmente punta i piedi per approfondire i controlli…
La notizia
E’ luglio, da poco hanno riaperto tutto e io approfitto per fare una passeggiata. Incontro Ivan, ci salutiamo e mi dice la classica frase che personalmente mi fa rabbrividire:
“Ti devo dire una cosa”
D’improvviso sudo freddo, nonostante ci siano almeno 25 gradi Celsius la mia bocca si spalanca e incapace di fare altro, ascolto. Ivan tutto d’un fiato, come si fa davanti a una commissione d’esame per non dimenticare le parti importanti, e con un tono apparentemente tranquillo mi dice:
“Ieri ho fatto una tac e mi hanno telefonato poco dopo dall’ospedale, devo operarmi il giorno 9, ho un tumore, delle metastasi sparse e tanti linfonodi ingrossati, dopo l’operazione dovrò fare la chemio. Che dire, facciamoci anche questa…”
In effetti, devi sapere che noi teniamo una specie di lista invisibile delle cose assurde che ci capitano, ogni volta ne spuntiamo una e quando pensiamo di averle viste tutte, ecco che ne spunta un’altra. Diciamo che potremmo essere detentori del primo premio Resilienza, se solo ne esistesse uno.
La mia Reazione? Pessima! Sono esplosa in un pianto a singhiozzi e lui, proprio lui, mi ha abbracciata rassicurandomi che sarebbe andato tutto bene. Inutile dire che ho passato i due giorni seguenti a flagellarmi per questa mia reazione, ma mi sono anche chiesta il motivo per cui reagiamo così. E la risposta è una: ci sentiamo impotenti.
Sentire impotenza, è quello che è accaduto a me in quel momento. Nella mia testa, esserci e basta era troppo poco. Avrei voluto dire o fare qualcosa per alleggerire il suo carico, e non ci sono riuscita come avrei voluto.. Molto elegante invece, è stata la reazione di Ivan che addirittura ha rassicurato me. Incredibile no? Come è possibile che lui, rassicurasse me?
Io credo perché quando siamo in una situazione di reale “pericolo”, come di fronte alla possibilità reale di morire, in qualche modo siamo lucidi, più che mai! Non abbiamo tempo di perderci, reagiamo a quello che la vita ci mette davanti, con o senza fiducia. La fiducia o la frustrazione è qualcosa che subentra in un secondo momento con pensieri più complessi.
Per via del timore dei contagi da Covid, ho rivisto Ivan a Natale, dopo il primo ciclo di cure. Con qualche chilogrammo in meno e senza peli sul corpo, ma con il suo sorriso, non più così scontato. Quel sorriso di chi sta affrontando l’ennesima sfida, senza perdere la voglia di gioire per le piccole cose. Quello che non è cambiato nonostante tutto.
Fino a quel momento, avevo sempre trattato Ivan come si tratta un fratellino minore e anche un po’ stupidino… Ma quel giorno ho visto qualcosa di nuovo, una maturità e una consapevolezza di sé sopra ogni limite, un obiettivo che seppur forzato dalle circostanze è qualcosa di reale e tangibile. Quella saggezza che ti guida a fare e dire solo le cose giuste, e che ti spinge nei momenti in cui non sai come andrà a finire ad affidarti senza lasciarti cadere.
Presenza nella difficoltà
La forza interiore di cui parlo, non ha a che fare con il pensare positivo o abbellire la realtà, ma con la consapevolezza che in noi risiede un benessere innato anche quando siamo fisicamente deboli o stremati. Questo mi fa pensare al fatto che in fondo, vedere questo, ci può anche aiutare a lasciar cadere tutte le lamentele che invece normalmente facciamo per cose molto meno gravi. Perché ormai è risaputo se segui questo blog da un po’, che non serve conoscere i principi per sperimentarli.
Quindi tornando a noi, dopo aver visto tutto questo, ho sentito che ero in dovere di lanciare un messaggio. La mia richiesta all’universo è stata: “Come posso fare la mia parte in tutta questa storia?” Raccontare la storia di Ivan e della malattia con cui sta facendo i conti, non bastava perché spesso pensiamo che in certe situazioni ti ci devi trovare. Ed ecco che arriviamo a Febbraio 2021…

È sabato mattina e partecipo ad una conversazione sui principi con Chiara Grandin e Alessandro Saramin e trovo un senso a questa richiesta (io penso sia arrivata dall’alto) di scrivere di Ivan. Che proprio ora si trova nel pieno di un ciclo fortissimo di Chemio e sta attraversando un momento molto duro.
Chiara verso la fine dell’incontro dice più o meno così:
“Avete notato che spesso le persone che si trovano ad affrontare sfide come una malattia molto grave, ad esempio un cancro, e si trovano a dover fare i conti con la vita e la morte, iniziano a vivere davvero e a prendere decisioni per cui magari prima non avrebbero mai corso il rischio? Ecco, quello che facciamo noi come insegnanti, coach e divulgatori 3 principi, è creare tutto questo, risvegliarci alla pienezza della vita, senza aspettare che arrivi necessariamente qualcosa di così forte a ricordarcelo.”
Eureka!
Ma come ho fatto a non pensarci prima?!
Perché è giusto raccontare di Ivan, ma non per farvi commuovere o emozionare, ma per ricordarvi che . indipendentemente dalle condizioni di salute in cui sei ora, esiste in te una fonte inesauribile di saggezza e benessere che ti guida. E se ti svegli a questa semplicità, hai l’occasione adesso, di iniziare a vivere una vita più piena, presente a te stesso, e puntando lo sguardo a quel che conta per te.
Ti invito a condividere e commentare, Ivan mi ha dato il consenso e massima fiducia per scrivere di lui, per cui leggerà e sentirà tutto il nostro calore e sono convinta che sarà felicissimo di sapere che la sua sfida possa cambiare delle vite!
Ti aspetto al prossimo post…
Chapeau a te per quello che ho letto ma soprattutto a Ivan per la sua forza, per il suo sorriso
E la sua bontà d’ animo che traspare sempre
Grazie Morena per il tuo commento, sono felice per essere riuscita in parte a trasmettere qualcosa di Ivan a chi non lo conosce. Ancora di più se grazie a lui, riesco a dare un po’ di speranza a chi non ne ha.