Una sera di qualche tempo fa una mia amica, alla mia richiesta di uscire, mi rispose:
“No Anna, stasera non posso perché ho un sacco di cose da fare. E io sono una di quelle che non riesce a rilassarsi sapendo di dover sbrigare un sacco di faccende. Quindi stasera non esco.”

Cercai di farle cambiare prospettiva, ma ogni tentativo si rivelò un buco nell’acqua. Lei era talmente convinta di essere così come si descriveva, da non prendere nemmeno in considerazione la possibilità di essere altro, per esempio di essere una che si diverte nonostante le numerose cose da fare.
Assurdo? Può darsi. Eppure, allo stesso tempo molto familiare.
Io, tanto per dire, sono stata per lungo tempo una di quelle che “finche´ sarò studentessa universitaria non riuscirò mai a staccare davvero la spina e a godermi il tempo libero. Avrò sempre il pensiero latente di dover studiare”. Ho dovuto laurearmi più di una volta per comprendere che avrei anche potuto rilassarmi maggiormente lungo il percorso.
Ora vorrei che per un attimo pensassi con me a tutte quelle volte che hai incontrato qualcuno che si descrive in un determinato modo.
C’è chi sostiene di essere una persona timida, audace, avventurosa, sensibile, diretta, malata.
C’è chi spesso generalizza e crede per esempio che le relazioni significhino impegno e fatica, che nella vita non si possa avere tutto, che si debba mettere in ordine la propria stanza, studiare e andare bene a scuola oppure che diventare genitore comporti sacrificio e abnegazione.
IL BUONO E IL NON BUONO DELLE CONVINZIONI
Non importa a che livello si sviluppino le tue teorie. In ogni caso si tratta di idee e convinzioni.
Beh, il buono delle convinzioni è che queste ci offrono schemi mentali di riferimento per il nostro comportamento. Noi esseri umani agiamo infatti a seconda di ciò che abbiamo imparato essere opportuno o utile, oppure sulla base di ciò che in passato ci ha fatto stare bene o male. Quando non sappiamo che direzione prendere le nostre convinzioni fungono da bussola, ci aiutano a decidere il da farsi.
Se non messe mai in discussione però, esse diventano una prigione.
ALCUNI ESEMPI
#1 Esempio: Vorrei uscire ma ho una lista infinita di cose da fare.
Se ho imparato che il dovere viene prima del piacere, probabilmente non uscirò. Nemmeno se qualcosa dentro di me, mi dice che sarebbe davvero saggio farlo perché ho bisogno di staccare la spina.
#2 Esempio: Credo che essere bocciata ad un esame significa valere meno come persona?
Studierò ogni minuto libero che ho e anche quando sarò a cena fuori col mio compagno o al cinema con le amiche, il pensiero andrà quel capitolo del libro di testo ancora da leggere o al paragrafo della tesina ancora da scrivere. Così facendo, o meglio pensando, molte energie andranno sprecate a discapito dell´autenticità e della leggerezza del momento.
#3 Esempio: Le relazioni sono impegno e fatica?
Ricreo nelle mie relazioni i drammi da film hollywoodiano, perché quelle fatte di gioia e leggerezza valgono poco.
Ti è più chiaro?
CONSIDERANDO QUALCOSA DI NUOVO
Spesso ci si dimentica cosa siano davvero le convinzioni. Le nostre, di convinzioni, sono fatte della stessa sostanza di quelle delle altre persone e che a volte consideriamo così sbagliate.
Sono fatte di immagini, ricordi, parole e frasi. In poche parole, di quello che nei 3 Principi viene definito “pensiero”. A volte non ci si rende nemmeno conto della loro esistenza, perché sepolte nel nostro inconscio. Ma questo poco importa, perché il punto è che si tratta sempre e solo di pensiero.
Il pensiero non ha nulla a che fare con la realtà, il pensiero la realtà se la inventa di sana pianta. Chi è che non ha mai creduto fermamente di aver detto o fatto qualcosa, salvo poi ricordarsi del contrario? Come quando si ha un preciso ricordo del momento in cui la mattina si sono messe le chiavi di casa in tasca… quelle stesse chiavi che in realtà sono rimaste sul tavolino in entrata? Così funziona il nostro pensiero.
Ed essendo le nostre convinzioni nient’altro che pensiero, esse non hanno consistenza, non sono reali.
Esistono solo nella nostra testa.
Una singola convinzione rappresenta solo una delle infinite possibilità di essere e di agire. Un sentiero diventa tale se costruito e percorso più volte. Ma come sarebbe se ci permettessimo di andare, come si direbbe in Veneto “a scavezza campi”?
Di andare cioè per territori incolti, tra l’erba alta per scoprire ciò che vi si nasconde?
Cosa succederebbe se ammettessimo che le nostre convinzioni potrebbero, anche solo per oggi, non essere valide, se smettessimo di voler aver ragione per forza, se ci permettessimo, per una volta soltanto, di andare oltre?
Ogni volta che ti confronterai con nuove teorie su come la vita debba essere vissuta, ogni volta che ti ritroverai a dire:
“sono una persona fatta così o colà, una persona che ha bisogno di sicurezza, avventura, amore, riposo, sport, connessione, libertà eccetera eccetera”.
Ogni volta che la versione abituale di te si presenterà alla porta, fermati e rifletti:
potresti essere questo e molto altro ancora.
E magari uscendo dal tracciato almeno per un po´ potresti sperimentare gioia, leggerezza e divertimento, più di quanto avresti mai immaginato.
Alla fine, la decisione spetta a te: preferisci avere ragione o essere felice?
Cara Annetta, uscire dal tracciato significa soprattutto sperimentare leggerezza perchè portare avanti come un vessillo la convizione di essere in un certo modo senza lasciar spazio ad altre possibilità è pesante …. tanto pesante!
Cara Lalla,
hai centrato il punto. Le nostre convinzioni sono come un vessillo che portiamo a spasso, spesso identificandoci con esso. Abbandonarlo significa liberarsi del peso di costrizioni mentali e aprirsi alle infinite possibilità del nostro essere. Se ti va, raccontaci delle volte in cui sei riuscita ad uscire dal tracciato! Un abbraccio speciale
Gentile Annetta,
Riuscire a staccarci da schemi e realtà dei propri pensieri troppo convinti è un passo lungo che a volte sembra impossibile ma se mi soffermo con interesse ed attenzione ai tuoi scritti, posso capire, e volere che si può, con impegno e un po’ di leggerezza mentale, per scoprire che poi anche qst è una libertà di vita diversa, magari meno impegnativa nel percorso di qst viaggio terrestre della nostra esistenza.
Un caro saluto
Daniela
Cara Daniela,
liberarsi dalle proprie convinzioni è come aprire le finestre di casa: porta una ventata di aria fresca e respiro.
Se ti va, raccontaci i tuoi progressi. Sarebbe un piacere seguirti in questo cammino verso una nuova libertà di vita.
Un abbraccio
Cara Anna,
penso che possa essere utile rileggere il tuo bellissimo articolo tutte quelle volte che ci accorgiamo di star prendendo dannatamente sul serio il nostro pensiero.Grazie per averlo scritto!Un abbraccio
Cara Francesca,
grazie a te per le belle parole. Sono contenta che le mie riflessioni ti siano utili.
Un abbracio!
Quanta bellezza in queste parole. Certo che preferisco esser felice ad avere ragione. Per quanto, a volte, mi incaponisco sulla mia idea perchè manco me ne accorgo che è solo una mia idea, ma credo che sia il mio mondo. Grazie per aver fatto luce. Agnese
Hai ragione Agnese, l´”avere ragione” ed l´ “essere felici” non sempre si escludono a vicenda.
Questi sono i momenti in cui dalla nostra saggezza emergono nuove idee, idee che ci fanno stare bene. Uno dei miei prossimi articoli parlerà proprio di questo.
Continua a seguirmi!
Anna
Ciao cara Anna, mi piace proprio tanto come scrivi e quello che trasmetti. Grazie per questo bellissimo articolo. L’ho già condiviso! Un abbraccio da Venezia, Alessa
Ciao Alessa,
grazie per i tuoi complimenti. Ma la cosa più importante è che questo articolo ti abbia lasciato qualcosa e da quello che dici è proprio così. Mi fa molto piacere! Un abbraccio da Norimberga, Anna