Non ricordo quante volte mia moglie ha esclamato:
“Non mi stai ascoltando!”
Questa frase mi faceva imbestialire! La mia risposta era immancabilmente la stessa:
”Certo che ti ho ascoltata, sono in grado di ripetere esattamente le parole che hai pronunciato!”
Nonostante lo facessi, continuava a sostenere che io non avessi capito il senso di ciò che stava esprimendo. Ero incredulo, così convinto di averla ascoltata da credere che si fosse dimenticata delle parole pronunciate precedentemente o avesse cambiato idea rispetto a quello che intendeva comunicare. Per me era ovvio che non aveva niente a che vedere con quello che stava dicendo cinque minuti prima!
Qualcuno di voi ha mai vissuto una situazione simile?
Forse, io rientro in quella categoria di uomini che, essendo tali, possono dimenticarsi l’idea illusoria di avere la possibilità di entrare in connessione con il complesso mondo femminile?

Mondo maschile e mondo femminile. Davvero sono due mondi? Quante volte amici o amiche, articoli degli psicologi di turno hanno sottolineato la diversità tra sentito femminile e maschile, tanto da coltivare la credenza che siamo talmente diversi da “abitare” mondi così lontani dove è impossibile parlare la stessa lingua. Questa credenza, però, non l’ho mai sentita vera. A qualche livello sapevo che la diversità non c’entrava nulla con l’impossibilità di comprendersi.
Non nego le differenze biologiche, ci mancherebbe e, come spesso osservo, tendenzialmente le donne sono più emotive e sensibili di noi uomini, ma è altrettanto vero che non sempre è così, conosco uomini molto sensibili ed emotivi.
Quindi, nonostante la diversità biologica, quale aspetto ci unisce in termini di uguaglianza come Esseri Umani che ci dia la possibilità di connetterci e comunicare senza entrare così spesso in conflitto?

Avevo la necessità di dare una risposta a questa domanda perché le volte che sentivo pronunciare la fatidica frase “Non mi hai ascoltata”, diventavano sempre più frequenti…SIGH!
Diversi o Uguali? La …risposta è nel Pensiero.
L’approccio ai 3 Principi è stato fondamentale nel comprendere come funzioniamo in relazione con il Mondo. Mi illuminai come un bimbo alle prese con le sue prime esperienze di Vita quando Alessandro, durante il primo giorno di quella che probabilmente è stata la scuola più importante della mia Vita, pronunciò più o meno queste parole:
“Noi, come Esseri Umani, crediamo di sperimentare il Mondo per quello che è… in realtà, lo stiamo sperimentando attraverso i nostri Pensieri. Quello che vi sto dicendo è che non Sentiamo il Mondo, ma Sentiamo in NOSTRI Pensieri sul Mondo!”

Quella frase, nella sua semplicità espressiva e concettuale, è stata la cosa più straordinaria che ho avuto la possibilità di “vedere”!
Realizzai come uomo e donna sono uguali nello sperimentare la vita. Entrambi sentono i propri pensieri e sperimentano il mondo attraverso i significati che gli attribuiscono. Pensieri diversi creano realtà diverse e, di conseguenza, mondi emotivi diversi e spesso separati.
Realizzai come, relazionandomi con le persone, ciò che sperimento non sono le persone per ciò che sono, ma il mio Pensiero del momento su di esse.
Le situazioni che vivo non le vedo per quello che sono, ma le giudico attraverso quello che io credo sia giusto o sbagliato, appropriato oppure no, normale o anomalo! Le mie credenze non sono nient’altro che il risultato di pensieri che definiscono il mio personale mondo reale, e come tale, reale non lo è affatto!
Chi, o meglio COSA ascoltiamo in realtà?
Durante l’interazione con mia Moglie, ad esempio, nella mia testa si fissavano Pensieri del tipo:
- Devo aggiustare la sua idea perché è sbagliata!
- Si attacca a situazioni ed emozioni che non hanno senso!
- Se continua a ragionare così, non ne uscirà mai!
- O mio dio! Sono/siamo in pericolo!
Ascoltavo certo, ma ciò che ascoltavo era solo il significato che io attribuivo a parole, atteggiamenti, emozioni… non vedevo lei, ma sentivo i miei pensieri e reagivo di conseguenza ed il risultato era:
“Non mi stai ascoltando!”
Mia moglie aveva ragione… non facevo altro che ascoltare me stesso. O, per meglio dire…ascoltavo il mio pensiero del momento su di lei. E così facciamo tutti noi con conseguente mancanza di connessione e comprensione per chi ci sta di fronte.

Oggi realizzo che non era quella frase che mi irritava ma il fatto che non vedevo cosa la provocava. Oggi vedo che posso sentirmi tranquillo, leggero e al sicuro quando mi do la possibilità di un ascolto vero. E vedo anche che per ascoltare veramente chiunque, è sufficiente non seguire sempre i miei pensieri, specialmente quelli che mi fossilizzano su idee vecchie e quando passano dalle mie parti, posso dire loro:
“Non ho tempo per voi ora… ci sentiamo dopo… forse. Oppure potremmo anche non sentirci più.”
Chiunque Tu sia, ti ringrazio per aver dedicato un po’ del tuo tempo a leggere il mio articolo e ti invito a farmi conoscere la tua esperienza in proposito lasciando un commento qui sotto. Sarà un piacere per me sapere qual è la tua esperienza e risponderti… dopo averti ascoltato.
Ti auguro un buon ascolto e a presto!
Maurizio
Maurizio che bella semplice descrizione del modo di vivere la relazione. Anche a me i 3 P hanno iniziato a insegnare l’ascolto profondo ed è magnifico e molto più rilassante che ascoltare i miei pensieri sull’altro. Non è più una gare di tempo di ascolto ma di preziosi momenti di ascolto profondo o come dici tu di connessione. Certo, non è sempre così e personalmente mi perdo così tante volte a farfugliare dentro di me, ma è altrettanto vero che torno a quella che per me è “casa base” spazio quieto, arioso, silenzioso dove tutto torna a fluire. Grazie ancora per la tua condivisione. Agnese
Ciao Agnese,
succede anche a me, e succederà ancora, di seguire i pensieri abituali non permettendomi di Ascoltare in modo neutro la persona che ho difronte…ma quando accade, grazie ai 3 Principi, il tempo di cui ho bisogno per accorgermi di ciò che è successo e cosa non ha funzionato, è sempre più breve. Questo per il momento è ciò che mi serve per tornare, come Tu la definisci, alla Casa base (fantastica definizione!) e respirare aria più leggera.
A volte succede che, quando realizziamo di essere rimasti per l’ennesima volta “prigionieri” dei nostri pensieri, impedendoci così un fantastico momento di relax e leggerezza che ha il potere di produrre un Ascolto vero, cominciamo ad attaccare la nostra intelligenza per non esserci riusciti (io lo faccio 9 volte su 10 )….ma questo è un ennesimo pensiero abituale e davvero poco utile!
Possiamo invece, in questi casi, puntare la nostra attenzione a quell’unica volta che “abbiamo messo in tasca” i nostri pensieri del momento, vedendo come da sola è sufficiente per portare ad un livello più elevato la nostra qualità e capacità di Ascolto.
P.S. Poi, se la tasca è bucata, potremmo non ritrovarli più…forse e chissà ☺
Grazie per il tuo commento.
Un abbraccio.
Maurizio.
Grazie Maurizio per avermi ricordato con un linguaggio semplice,chiaro ed efficace quel qualcosa che può veramente migliorare qualsiasi tipo di relazione!!!
Ne sono felice Francesca!
Ti abbraccio forte.