Sono qui solo… l’unico compagno in questo momento è lui, il mio pensiero, i miei pensieri.

Vi è mai capitato di rimanere soli con i vostri pensieri? A me sì, spesso. Siamo sempre in compagnia dei nostri pensieri e nonostante questo spesso non ce ne rendiamo conto. In passato qualche volta mi capitava di temere un po’ di rimanere solo. Forse avevo paura di soffermarmi su quegli argomenti che riguardavano la mia condizione, magari quegli aspetti della mia vita che tendevo a non voler vedere o da cui, in qualche modo, volevo scappare. Scappavo da quei pensieri come se fossero qualcosa di reale! E spesso erano pensieri e sensazioni sulla mia solitudine.
Cos’era per me la solitudine?
Dalle conoscenze che avevo, sapevo molto bene guardare ai miei pensieri, ne ero consapevole, vedevo che potere avessero su di me. Mi sforzavo di controllarli, guidarli, cambiarli. Facevo di tutto per liberare la mente, per stare nel momento presente. Nonostante sapessi un sacco di cose e facessi un sacco di tentativi ed esperimenti sul mio modo di pensare, il senso di solitudine lo sperimentavo sempre allo stesso modo, come in passato. Ero consapevole, a qualche livello, che il mio pensiero c’entrasse qualcosa ma non riuscivo a dominarlo.
Mi capitava sovente di lasciarmi travolgere da pensieri di terrore per ciò che sarebbe potuto accadere nel futuro.
Tra i tanti episodi ricordo molto bene quella sera di qualche anno fa…ero in terrazzo a svuotare l’organico nel bidone apposito quando di colpo è arrivato un pensiero che diceva più o meno così: “come farai quando la mamma non ci sarà più?!”.
Immediatamente mi è saltata addosso una sensazione terribile di blocco allo stomaco, insopportabile, quasi paralizzante. La prima reazione è stata di scappare dal terrazzo per poter scappare da quel pensiero, soprattutto da quella sensazione bruttissima e rientrare subito in casa, vedere la mamma che stava bene e finalmente rilassarmi volgendo lo sguardo altrove. Fiuuuuu.…scampato pericolo!!!
Una bella realizzazione
Circa un anno fa ero a San Donà di Piave e stavo salendo le scale dell’albergo “Forte 48”, alla fine di un pomeriggio passato ad ascoltare una lezione di Alessandro Saramin. La mente era sgombra, ero rilassato e sereno. All’improvviso ho realizzato che, diversamente da come spesso mi capitava in passato, in quel momento non stavo minimamente temendo il fatto di arrivare in camera e quindi ritrovarmi solo, solo con i miei pensieri. Mi sono reso conto in una frazione di secondo che fosse ormai più di un anno che non sperimentavo quelle sensazioni sgradevoli legate al fatto di rimanere solo. A quel punto ho cominciato a percepire un forte senso di pace, di rilassatezza mista a gioia…sono entrato in camera, mi sono sdraiato sul letto e per 10 minuti mi sono goduto uno “stato di estasi” impagabile, dove non c’era nulla di più che potessi desiderare, una condizione di appagamento assoluto e di grande chiarezza mentale. Ancora oggi ne ho un ricordo indelebile anche se è così indescrivibile a parole. È un po’ come se mi fossi liberato da un macigno che da tanto tempo mi portavo sulle spalle!!! Cos’è cambiato?
La solitudine non è più un problema
Da quando ho cominciato a comprendere qualcosa dei 3 Principi e quindi da quando ho iniziato a vedere meglio come funziono a livello mentale, mi sono accorto che le mie sensazioni sono legate solo ai pensieri che ho per la testa in quel momento.
Ho visto che il mio senso di solitudine è legato ai miei pensieri abituali sulla solitudine.
Mi sono reso conto che le sensazioni che ho in ogni momento della giornata non mi raccontano cosa sta succedendo intorno a me, mi raccontano soltanto cosa sta succedendo dentro di me, cioè qual è la qualità dei pensieri con cui mi sto intrattenendo in quel momento. Sto imparando, ogni giorno di più, a non dare tanta importanza ai pensieri che mi suscitano sensazioni negative, perché ho capito che non sono pensieri così intelligenti, non mi servono per agire efficacemente nel mondo. Ho compreso l’importanza del vuoto mentale, perché è da lì che mi possono arrivare le idee e le intuizioni che contano davvero per me.
Questa è stata una scoperta strepitosa, che mi ha cambiato letteralmente la vita, che mi ha regalato di colpo una prospettiva nuova su me stesso, sulle persone, sul mondo, sulla realtà. Ho sperimentato che i pensieri sono passeggeri e che se non li trattengo loro se ne vanno. E quando se ne vanno lasciano spazio. Spazio per altri pensieri, magari più belli, forse più brutti o diversi, comunque ancora altri pensieri, non posso farne a meno.
Aaron Turner dice:
C’è una brutta e una bella notizia; la brutta notizia è che il pensiero non ti lascerà mai… la bella notizia è che non è pericoloso.
Che cosa meravigliosa non essere più spaventato dai miei pensieri, poter pensare
qualsiasi pensiero sapendo che tanto “il mostro non potrà uscire dallo schermo”.
Che grande senso di leggerezza sentirmi oggi libero dalla paura di rimanere “In compagnia dei miei pensieri!!!”
Ieri altro durante la notte lavorativa mi sono ricavata un piccolo spazio per poter scrivere i miei pensieri su un taccuino. Il mio pensiero è stato proprio riguardante al fatto di non aver più una vera e propria compagnia ma solo dei amici sparsi un po’ ovunque e questo comporta che molto spesso devo uscire o fare delle cose da sola. E se prima avevo un terrore assurdo di uscire da sola perché mi potevo annoiare, perché non sapevo cosa fare, perché tutti gli altri uscivano sempre in gruppo e si divertivano, perché non avevo nessuno con cui parlare. Ora questi pensieri non ci sono più. È da circa un anno che ho intrapreso la strada con i principi grazie a Chiara Grandin e sono venuta alla conclusione che che la solitudine non è un problema. Ora viaggio da sola, vado al mare da sola e a fare shopping…senza nessuna paura!
Grazie Piera per il tuo prezioso commento.
Benvenuta
Ciao Stefano, MI HAI COMMOSSA. Ho le tue stesse paure e una domanda da farti: come si riesce a non trattenere un brutto pensiero, a farlo andare subito via dalla mente? Grazie per ciò che hai condiviso con noi, non è facile condividere le proprie fragilità. Un abbraccio. Felìcita
Grazie Felicita, sono contento che il mio post ti sia risuonato almeno un po’. Per rispondere alla tua domanda mi viene da dirti questo: immagina di essere in piedi dentro un torrente che scorre a valle e di cercare di fermarne o controllarne il flusso; ce la fai? Quando vedi qual’è la natura del torrente, apri le braccia e lasci che l’acqua semplicemente scorra.
Stefano, grazie per la condivisione profonda
Grazie a te Mara