Immagina di dover prendere un aereo perché si è presentata l’occasione che aspetti da tutta una vita. E’ un appuntamento al quale sai di non potere assolutamente mancare e sei in ritardo. Cerchi di fare mente locale, ricapitolando tutto quello che devi portare via, eppure, nonostante sembri non mancare nulla, hai la sensazione di esserti scordato qualcosa.
Pazienza, probabilmente non era qualcosa di importante. Lo potrai sempre comprare in aeroporto. Decidi che è ora e parti. Mentre percorri in auto la distanza che ti separa dall’aeroporto ti rendi conto che le auto di fronte rallentano. Coda. Inizi ad agitarti sul sedile e a pensare che se solo ti fossi alzato prima ora non ti troveresti alle strette. Non riesci a sorpassare le auto perché sai che la strada è piena zeppa di autovelox e farlo, sarebbe multa assicurata. Ti inquieti ancora di più e senti salire la rabbia per gli altri guidatori che procedono lenti, quasi come se volessero farti un dispetto.
La fila non avanza e tu ti ritrovi ad imprecare guardando nervosamente l’orologio. Pensi che sei sempre il solito imbecille che fa le cose all’ultimo momento. Mancano solo 30 minuti all’ora limite in cui il gate sarà aperto e l’aereoporto dista ancora 20 minuti. Finalmente l’andatura delle auto di fronte a te si fa più scorrevole. Improvvisamente ti senti sollevato, probabilmente ce la farai a prendere l’aereo in tempo.
Arrivi a destinazione, parcheggi e scarichi la tua valigia dall’auto. Con il cuore che batte all’impazzata corri verso il check-in, guadagnando qualche minuto di tempo spinto dall’adrenalina. Ce l’hai quasi fatta!
Il check-in che ti separa dal gate è lì ormai a 10 metri da te. Rallenti un istante, ti ricomponi, stai per passare il primo controllo e senti una voce neutra chiederti “Biglietto e passaporto”.

Tu sorridi, tiri fuori il biglietto e glielo porgi educatamente. Poi infili la mano in tasca in cerca del portafoglio per estrarre il passaporto. Non c’è. In un istante quella sensazione che stava in sordina nella tua testa poco prima di uscire di casa, urla improperi mentre comprendi di aver lasciato il portafoglio con i documenti sul tavolo della cucina.
Il sangue ti si gela e ti senti morire. Il poliziotto di fronte a te inizia a spazientirsi, e tu bianco come un lenzuolo con un filo di voce gli dici che non trovi il passaporto… Lui scuote la testa e ti dice:
“Signore, senza documenti non posso lasciarla passare”.
Senti prima il panico, poi impotenza, poi rabbia, delusione. Ti viene da piangere e proprio in quel momento, senti “LAST CALL” per la tua destinazione… Supplichi il poliziotto di lasciarti passare. Prometti di fare tutto quello che è necessario per la sicurezza. Niente da fare. Il tuo aereo sta per partire. L’occasione che avevi aspettato per tutta una vita ti sta scivolando via dalle mani. In preda alla disperazione ti metti in ginocchio e supplichi che facciano un eccezione…
Non sono un terrorista vi prego lasciatemi passare”
Il poliziotto continua a scuotere la testa. Sprofondando in una cieca disperazione prometti che non sarai mai più in ritardo, che cambierai… se solo potessero lasciarti passare… nulla… nulla di quello che stai facendo potrà colmare la distanza che ti separa dal tuo aereo in partenza.
Ad un tratto senti un’energia mai provata in te e con uno scatto oltrepassi il check-in e corri verso il gate. Non fai neppure 100 metri che vieni braccato dagli uomini della security, e trascinato via. Mentre ti dimeni e urli senza più nessun controllo con il cuore che ormai ti sta balzando fuori dal petto, senti un suono come di un’allarme antincedio. Ma è lontano, e l’unica cosa che senti è una rabbia incontrollabile che ti permette solo di gridare un “lasciatemi” come se fossi un animale in gabbia.
Mentre gli uomini della security, continuano a trascinarti via, il suono dell’allarme antincendio che poco fa era flebile e distante, inizia ad essere sempre più forte, sempre più vicino. Intorno a te si fa tutto sfocato. Ti senti confuso, sudato e in preda al panico e già non riesci più a distinguere bene i contorni del viso dei poliziotti, né a sentire la pressione delle loro mani che ti immobilizzavano fino a un attimo prima.
L’aeroporto che prima era un via vai di gente, ora sembra deserto e il tetto sopra di te è sparito… ad essere proprio onesti, non riesci neppure a ricordare bene cosa ci stai facendo lì… Tutto è confuso tranne quel suono che si fa sempre più insistente… sempre più vicino. Poi la tua mano si allunga in automatico verso il comodino accanto a te e afferra qualcosa. Finalmente trovi la sveglia e la spegni. I tuoi occhi si aprono. Sei sveglio.
Un altro giorno ha inizio.
SVEGLIATI!
Ed ora ho due domande per te.
#1 Cosa hai provato mentre leggevi?
Probabilmente angoscia. Una angoscia che senti vera, eppure non reale. Un regalo del pensiero, esperito grazie al Principio di Coscienza.
#2 Cosa hai provato alla fine del racconto?
Probabilmente sollievo. Un sollievo che senti vero, eppure non reale. Un regalo del pensiero, esperito grazie al Principio di Coscienza.
(A questo punto della lettura potrebbero già esserti sorti moltissimi dubbi e domande e obiezioni, soprattutto se sei all’inizio della tua esplorazione. Esplicitameli senza timore nei commenti, prima però finisci di leggere).
Quando per la prima volta sentii raccontare questa storia da Alessandro Saramin, nel 2013, ne rimasi folgorata. Ricordo ancora le sue parole che seguirono:
La stessa sensazione di sollievo che si ha svegliandosi dopo un brutto sogno, è quella che si ha ogni volta che si comprende qualcosa in più sui Tre Principi.”
Aveva ragione. Che tu sia all’inizio della tua esplorazione, che tu abbia già iniziato qualche anno fa o che tu sia con noi dall’inizio di questa magnifica avventura, la realtà è che più si comprendono i 3 Principi, più ciò che sembrava così reale e preoccupante smette di esserlo e si aprono nuovi scenari.
Non c’è fine alla comprensione che ognuno di noi può avere dei Principi in ogni momento, pertanto non c’è fine neppure alle intuizioni che possono emergere in noi. Prima che però una nuova intuizione emerga, deve aprirsi una breccia, nella coltre del nostro pensiero abituale o insicuro.
Finché rimani “preso” nel pensiero abituale credendo sempre che sia la realtà, sei dormiente. Non importa che tu stia facendo un sogno bellissimo o un incubo, sempre addormentato sei. La comprensione dei Principi è quel click che ti fa allungare la mano, spegnere la sveglia e aprire gli occhi.
Un nuovo giorno ha inizio. E un nuovo giorno farà breccia in te appena sarai disposto a considerare che hai dormito a lungo. Ed ora è arrivato il momento di svegliarsi.
Quindi, amico mio… SVEGLIATI!
Chiara Grandin
Life Coach
Cara Chiara,
penso che quest’ articolo sia fantastico sia perché permette di fare esperienza dei Principi in azione sia perché mette in evidenza le possibilità insite nella loro comprensione.Per me è stato una boccata d’aria fresca e mi ha permesso di vederli ancora una volta in tutta la loro potenza e bellezza.Grazie!Un abbraccio
Cara Francesca ne sono veramente lieta! Un enorme abbraccio a te!
Grazie Chiara, mi sorprende sembra la sensazione di leggerezza che mi riempie dopo ogni piccola “sveglia “. Avevo la testa piena di pensieri assordanti e poi quasi per caso ho letto questo articolo, la Mia sveglia ha cominciato a suonare ed ecco il sollievo. Grazie
Ne sono molto felice Sara. A presto!
A me è successo veramente di perdere un aereo perché mi ero dimenticata i documenti!! È terribile.Era la volta in cui dovevo partire per Formentera.. E fatalità poche ore dopo mia figlia mi chiamava da casa per dirmi che si era rotta il braccio!!
Il tuo articolo mi piaciuto tantissimo, grazie
Ciao Barbara! Me lo ricordo quel momento… nel tuo caso si è rivelata “producente” la dimenticanza… anche perché so saresti tornata indietro non appena atterrata. Sono molto contenta di sapere che ti sia piaciuto! A presto!