“Chiudi una porta e si apre un portone.” Quante volte abbiamo pronunciato o sentito questo detto popolare?
Se ci pensate chiudere una porta è un gesto semplice, ma nella realtà, a volte lo rendiamo difficile, faticoso e doloroso, altre volte ci limitiamo ad accostarlo, lasciando uno spiraglio. Altre volte ancora la si chiude definitivamente per poi ritrovarci ad aprire un portone.
Aprire un portone è aprire qualcosa di più grande, ampio e spazioso. È far entrare più luce, aria fresca, novità, avere una visuale più ampia sul mondo.
Le intuizioni sono nuovi pensieri, nuove idee, nuove sensazioni che vengono a galla grazie al fatto di aprirci a nuove opportunità, a lasciare spazio al nuovo, a lasciare andare pensieri stantii o non più utili, a rinnovarci.
Se trovano uno spiraglio, le intuizioni escono repentine, fulminee e, lo sguardo immediatamente, volge verso qualcosa di più leggero, come la luce quando si spalanca un portone.
Una frase che mi ha sempre colpita, da quando ho iniziato il mio cammino nei tre principi, è che…
“Si è sempre ad un solo pensiero di distanza da un nuovo pensiero, da una nuova sensazione, da un nuovo sentire”.
“Fare la traccia”
Era il 24 aprile del 2018. Avevo a disposizione un giorno di ferie non programmato, e decisi di andare insieme a mio padre (allora aveva 82 anni) ad effettuare un’escursione di sci alpinismo sulle montagne svizzere.
Non conoscevo l’itinerario che papà mi proponeva, ma non avevo alcun tipo di preoccupazione, ero in buone mani. Sono sempre andata con lui in montagna, fin da bambina. Egli è un grande esperto, conoscitore ed appassionato delle terre alte, e pertanto mi sono sempre affidata a lui con la massima fiducia e condivisione.
Per raggiungere la cima è necessario conoscere e creare un percorso, “fare la traccia” sulla neve, come si dice in gergo, tale da consentire di arrivare alla meta in sicurezza e con il minor dispendio di energie e fatica possibile. Si valutano i pendii dell’itinerario, l’orientamento, l’esposizione al sole e ai pericoli di valanghe e si studia lo stato della neve.

Quel giorno qualcosa però è cambiato: papà mi propose un ruolo diverso: da “accompagnata” ad “accompagnatrice”.
Infatti, percorsi poche decine di metri dalla partenza, mio padre si gira verso di me e mi dice secco e con poca possibilità di replica, di andare avanti io a fare “la traccia” nella neve.
Non era mai successo.
Incredula e sbalordita, percepivo qualcosa di diverso dentro di me, un sentimento inedito misto di inadeguatezza e di timore, a cui però ho fatto fronte con decisione, senza tentennamenti. Mi sono fatta dare le “coordinate” necessarie, vale a dire due indicazioni sulla direzione da mantenere e sulla meta cui puntare e sono partita con passo spedito. Timorosa di sbagliare, ma concentrata sul problema e decisa in ogni caso a mettercela tutta per attenermi alle istruzioni paterne, facendo del mio meglio.
Quando, dopo aver percorso un buon tratto dell’itinerario, mi sono fermata per una breve sosta e papà mi ha raggiunta, egli con tono asciutto mi ha fatto osservare che avevo commesso molti errori, tra cui quello di essere andata troppo in pendenza, esponendomi così ad alcuni pericoli oggettivi e contravvenendo ai i suoi consigli.
Ci sono rimasta male, ce l’avevo messa tutta, mi arrabbio con me stessa, “non sei capace”. Sentimenti noti, pensieri abituali a me famigliari.
Il turbinio di pensieri si è interrotto solo quando lui ha aggiunto:
“Non hai la lettura del terreno.”
Tutto si è fermato. Il portone si è spalancato. Una nuova intuizione, che ha cambiato totalmente il mio modo di approcciarmi a lui e alla mia passione per la montagna, e il mio modo di vivere momenti di inquietudine.
Che cosa era cambiato?
Le sue parole si sono agganciate alle nuove parole che da tempo sentivo, ma non capivo, dette durante il corso di super coach. Parole a cui mi affidavo perché pronunciate da persone (insegnanti, facilitatori 3 Principi), che avevano sperimentato la portanza, ma non riuscivo a carpirne il senso e il valore.
“Non puoi sentire ciò che non vedi.”
Non posso tracciare un percorso idoneo se non ho le basi, le conoscenze per farlo.
Mi sono affidata all’esperienza degli altri perché per me era importante andare, camminare, assaporare il silenzio della montagna in compagnia dei miei pensieri, vivere quello spazio infinito e il senso di libertà che mi dona l’andare in montagna.
Non avevo altre ambizioni, sono stata in superficie senza addentrarmi in tecnicismi che mi avrebbero consentito di avere maggiore lettura del terreno.
Ma fino a quel giorno tutto questo non mi era chiaro, lo sapevo ma non lo sentivo.
Quando comprendiamo davvero, quando sentiamo che qualcosa è davvero giusto per noi stessi, allora abbiamo realizzazioni.
Quando qualcosa, da sempre vissuta con difficoltà, pesantezza e fatica e in un attimo diventa chiara, più facile e leggera allora si ha un’intuizione.
Non erano più in gioco l’autostima, le ambizioni, le capacità ma l’esperienza che facciamo di questi concetti.
Il mio risentimento, la rabbia, la sensazione di frustrazione di non essere all’altezza della situazione è semplicemente una reazione ad un pensiero che ho sempre fatto.
Ma questo vale per tutti noi.
Sentiamo il nostro pensiero.
La rabbia, la frustrazione, sono pensieri agitati che nascondono incertezza e paura.
Una canzone di Mengoni esordisce:
“C’è un formicaio nella mia testa”.
Se ci pensate i nostri pensieri sono una moltitudine di piccole formiche laboriose sempre in movimento frenetico. E questo movimento è deducibile dalle nostre sensazioni, le nostre azioni, i nostri sentimenti (gioia, paura, rabbia, euforia, dolore, ecc.)
“Non avere la lettura del terreno” per me è stato il modo di vedere oltre le parole, di ascoltare oltre le parole e non solo sentirle. Ho fatto spazio, il formicaio si è interrotto e delle semplici parole hanno dipanato vecchi modi di percepirmi, ho chiuso in un attimo una porta e ho tracciato una pista fino alla cima. Ho aperto un portone.
La grandiosità dei Tre Principi è proprio questa. In un soffio tutto diventa più leggero.
Ognuno di noi può attingere alla propria saggezza, a quello spazio infinito in cui regna la quiete. Da questo infinito, emergono quei nuovi pensieri che fanno svolgere lo sguardo verso il portone da cui entrano novità.

“Quando non sei coinvolto dal tuo pensiero personale, smetti di essere influenzato dalle tue credenze limitanti. Ti liberi dalle limitazioni dei tuoi giudizi, dalle tue critiche, dai tuoi non posso, dai doveri, dalle cose da fare, dalle etichette, da ciò che credi possibile e non possibile per te. Ti apri a tutte le possibilità.” – da “Ritorno a Casa” – Bettinger e Swerdloff.
Sarà un immenso piacere per me, leggere di una tua esperienza, in cui hai compreso di non avere la lettura del terreno e hai accolto una nuova intuizione che ti ha permesso di aprire un portone verso infinite possibilità.
Luisa
Ciao Luisa!Mi è piaciuta veramente tanto la frase pronunciata da tuo padre, perché l’ho sentita estremamente calzante con quello che accade nella comprensione dei Principi.
All’inizio di questa esplorazione ,infatti,non abbiamo ” la lettura del terreno”,cioè comprendiamo poco come funzioniamo.È anche vero che ,pur diventando più esperti,tutte le volte che ci sentiamo bloccati in una determinata situazione vuol dire che abbiamo momentaneamente perso quella capacità.Quando poi ritorniamo a vedere come funzioniamo, arrivano le intuizioni e possiamo fare”la traccia”nella nostra vita.Grazie!Un abbraccio!
Ciao Francesca. Questa comprensione è stata per me possibile, dopo aver compreso quanto sia importante creare uno spazio di ascolto verso l’altro e verso sè stessi.L’assenza di giudizio, crea le condizioni per diventare aperti e curiosi di conoscere ciò che sta dietro al comportamento di ciascuno.
grazie per aver condiviso la tua intuizione e spero che sia una chiave per aprirti a infinite possibilità.
Le tue riflessioni Luisa toccanosempre cuore e mente, e in questo periodo della mia vita hanno un significato speciale. È il momento in cui sto chiudendo una porta aperta da tanti anni e mano a mano che si avvicina la conclusione , intravvedo a lato una fessura che si apre . Sento entrare aria fresca , una luce curiosa , nulla di ancora chiaro ma tanta leggerezza.
È un momento delicato e il confronto con te , i tuoi spunti di riflessione mi aiutano a sentire e a trovare ” la mia nuova traccia”
ciao Marcella, “trovare una nuvova traccia” mi fa pensare a creare qualcosa di nuovo e di vero per noi stessi, seguire i propri sogni, e dare spazio alla nostrà creatività. Fare emergere la nostra saggezza innata, è liberatorio e, come hai scritto, genera sentimenti di leggerezza. Sono veramente felice che nuovi pensieri abbiano aperto uno spiraglio a rinnovate motivazioni e ti auguro di affrontare i tuoi prossimi passi, con una mente aperta verso infinite possibilità
Sai Luisa, ho letto e riletto più di una volta il tuo post. Mi ci sono immersa. E’ meraviglioso. Semplicemente meraviglioso. Grazie per averlo scritto!
ciao Chiara, comprendo cosa intendi quando scrivi di esserti immersa nel post: sovente rileggo gli articoli scritti da altri persone. Mi aiutano a ritornare in uno spazio di quiete oppure a vedere i miei pensieri agitati.
Grazie a te
la sensazione di formicaio nella testa c’è l’ho spesso e mi fa riflettere e arrabbiare allo stesso tempo. Spesso mi sento contraddittoria tra quello che faccio e quello che penso. La tua storia mi è piaciuta molto e chiudere la porta e aprire il portone nn è cosa da poco ma nella vita se serva va fatta, se poi ti fa sentire bene. Domenica ho affrontata la paura dell’altezza, del pericolo facendo un, per qualcuno semplice, percorso su ponti, carrucole immerso nella natura. Ho superato il primo percorso quella arancio, ho affrontato quello verde per poi arrivare al penultimo quello viola e con mia grande meraviglia sono stata orgogliosa di me e soprattutto ho affrontato qualcosa che mai prima ad oggi l’avrei fatta. ho superato un limite che mi ha dato la consapevolezza che posso affrontare anche qualcosa di più grande.
Complimenti Sabrina.
La tua avventura è proprio la dimostrazione di quanto i nostri pensieri siano a volte limitanti. Questa realizzazione permette di attraversare ponti che portano verso nuove sensazioni.
Grazie