Ho pochi ricordi di mio nonno paterno, perché è morto quando io avevo solo dieci anni. Impresse nella mia memoria, però, ci sono alcune immagini, per esempio quella in cui lui in cantina, seduto su un basso scannetto, intrecciava con estrema pazienza dei giunchi che da lì a poco sarebbero diventati ceste di varie forme e dimensioni, oppure quelle in cui, dopo una lunga giornata di lavoro, si sedeva accanto al braciere insieme a mia nonna.
Quello che ricordo più di tutto è, però, la sua altezza. A me sembrava una roccia indistruttibile, un gigante buono dallo sguardo gentile, di poche parole che con la sua semplice presenza metteva sicurezza.
Mio padre, parlando della sua infanzia e della sua adolescenza, spesso mi aveva detto che mio nonno con il suo stile essenziale gli aveva sempre e solo ripetuto queste poche parole: – Figlio mio, apri gli occhi! – . Nella mia mente inizialmente le avevo catalogate come un modo differente di dire da parte di un genitore al figlio: – Stai attento! -, eppure questa frase continuava a risuonare in me.
Non so in realtà con che spirito mio nonno Giovanni la dicesse, quello che so è che circa un anno fa quella frase non solo mi era ritornata prepotentemente alla mente, ma sembrava volesse parlarmi, solo che io non capivo cosa volesse dirmi.
Francesca, apri gli occhi!
Ad un certo punto ho capito cosa quella frase mi stesse suggerendo di fare: – Guarda dove sei rispetto ai tuoi sogni, ai tuoi obiettivi, a ciò che vuoi creare nella tua vita-. Il concetto potrebbe anche essere espresso così: – Non stare nella tua testa, nei tuoi pensieri sulla realtà , ma guardala …osserva ciò che è ed osserva dove sei tu nei vari ambiti della tua vita-.
A volte, infatti, accade che socchiudiamo i nostri occhi o volgiamo il nostro sguardo da un’altra parte, perché pensiamo che aprendoli saremmo talmente delusi o proveremmo una sensazione di profondo fallimento nel vedere ciò che è. Altre volte ,invece, cerchiamo di ignorare il punto di partenza, perché pensiamo di non avere una strategia efficace per risalire la china o sufficienti forze, energie o capacità per farlo. Altre volte, ancora, chiudiamo i nostri occhi perché pensiamo che ci saremmo già dovuti trovare da qualche altra parte, molto più avanti del nostro attuale punto di partenza. Avremmo, per esempio, già dovuto avere una famiglia tutta nostra, più soldi, meno chili, una migliore forma fisica e la lista potrebbe continuare… Il senso di colpa per non aver saputo gestire meglio determinate situazioni, per non essere stati sufficientemente tempestivi, coraggiosi, costanti o per non aver fatto abbastanza diventa, spesso, un macigno sui nostri occhi.
Ci sono dei momenti, poi, in cui ci rifugiamo nella nostra testa immaginando tutta una serie di possibili scenari futuri, talora paradisiaci talaltra infernali, partendo da punti di partenza completamente inventati. Creiamo tutta una serie di piani, lottiamo per realizzarli e ci stanchiamo, ma molto più nella nostra testa che nella vita reale.
A tal proposito io, soprattutto in passato, potevo prendere la medaglia d’oro nell’ utilizzo della strategia” pensa di stare sempre più indietro di quello che in realtà è” e ritenevo anche che avesse una sua utilità. È una strategia che consiste nel pensare spesso di avere meno idee, capacità, abilità, forza, strategie di quelle che si hanno realmente o che hanno gli altri. Non ha davvero importanza se tu sia un sostenitore e strenuo applicatore della strategia” pensa di stare più indietro di quello che in realtà è” o “pensa di stare più avanti di quello che in realtà è” rispetto a ciò che vuoi creare nella tua vita, la questione è che né l’una né l’altra funzionano.
Se sei in auto e vuoi andare da Roma a Milano non avrà molto senso impostare il navigatore dicendo che sei a Lecce o a Bologna in entrambi i casi il percorso calcolato risulterà errato.

La verità è che un punto di partenza è semplicemente la posizione in cui ci troviamo rispetto a dove vorremmo essere. Tutto il resto sono solo i nostri pensieri, i nostri giudizi su questo e su noi stessi. Pensieri, pensieri, pensieri che altro non fanno che appesantire l’osservazione, il cammino e le possibili scelte.
E allora, apri gli occhi!…Solo così le coordinate saranno corrette e potrai raggiungere la meta desiderata.
Cosa ho scoperto
Nell’ aprire gli occhi ho scoperto un senso di pace e leggerezza, che deriva dal pensare meno, dall’avere meno pensieri su ciò che potrebbe essere, accadere… La verità ha in sé queste caratteristiche. Nell’ aprire gli occhi alcune delle mie paure e preoccupazioni sono scomparse come neve al sole, altre sono rimaste, ma quello che mi auguro sempre è di poterle attraversare mentre sto facendo ciò che voglio per raggiungere i miei obiettivi. Non so come altro dirlo, ma una paura, un dolore ecc. è molto più paura e molto più dolore nella nostra testa che quando ci diamo il permesso di attraversarli.
E cosa fare quando, aprendo gli occhi, scopriamo che qualcosa che desideravamo tanto realizzare non c’è e magari per tutta una serie di situazioni, limiti di età, altezza, salute ecc. non può essere più creata così come l’avevamo immaginata?
A questo punto diventa fondamentale chiederci perché, per noi, era importante essere, diventare, creare quel qualcosa… Volevamo realizzare qualcosa di utile per gli altri o prendercene cura, volevamo sentirci più connessi, volevamo amare ed essere amati o semplicemente volevamo sentirci vivi… Se quel desiderio è ancora valido, seppure in forme e modi diversi, sarà sempre possibile realizzarlo.
Quindi l’augurio per me e per voi é di aprire sempre con gentilezza i nostri occhi.

Un viaggio di mille miglia, infatti, inizia sempre da un solo passo, ma è importante sapere dove si è e dove si vuole andare per farlo… perciò aprite i vostri occhi!
Se volete condividere con me le vostre esperienze, le vostre intuizioni o se avete dubbi, domande, per me sarà un piacere leggerle e rispondervi. Nel frattempo buona vita!
Francesca Casto
Grazie Francesca! Sempre molto interessanti ed utili i tuoi articoli.
Complimenti. Come sempre porti tanta gioia in chi ti legge, per la leggerezza della tua comunicazione che esprime profondi pensieri senza stancare il lettore. Buon vento Nunziatina
Un pensiero bellissimo. Grazie Francesca
Bellissimo articolo Francesca! GRAZIE ❤️
Aprire gli occhi, quando penso di averlo già fatto.
Questa è la sensazione che mi hai trasmesso con il tuo articolo. A volte pensiamo di non avere altre possibilità, altri percorsi o destinazioni.
Un gesto semplicissimo quello di aprire gli occhi, come è semplice vedere che la nostra realtà del momento è solo frutto di un pensiero.
Grazie Francesca
Francesca grazie.
Grazie per avermi ricordato di aprire gli occhi, ancora ed ancora.
Ho voluto appositamente leggere questo tuo articolo in uno dei posti più belli di Verbania. Sono a Villa Taranto e qui è un ottimo allenamento avere gli occhi aperti. Aperti alla bellezza, ai colori, alla natura. Un abbraccio forte. Agnese.
Grazie di cuore a tutte voi per aver voluto condividere con me le vostre sensazioni, idee, intuizioni e la bellezza dei luoghi che vi circondava nel momento della lettura…Per me è stato come rileggerlo insieme a voi, ma anche attraverso il vostro sguardo. A questo punto cosa augurarci? Di aprire sempre più i nostri occhi sia per poter cogliere tutta la bellezza che ci circonda sia perché l’unico posto in cui possiamo veramente “vivere” è la realtà, non la nostra testa. Un forte abbraccio a tutte voi!